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Eric Pinon, incaricato di certificare i documenti nel caso H2O AM/Windhorst

Il Tribunale commerciale di Parigi ha dato ragione a una serie di parti ricorrenti che chiedevano alla società di gestione la trasmissione di documenti per calcolare le proprie perdite finanziarie, secondo quanto appreso da Newsmanagers. Eric Pinon è responsabile della verifica dell’adeguatezza, della completezza e della trasparenza dei documenti trasmessi da H2O AM.

Il processo di H2O AM nel caso Windhorst si avvicina. Il Tribunale commerciale di Parigi ha dato ragione a una serie di ricorrenti intenzionati ad ottenere documenti dalla società di gestione, ex consociata di Natixis IM, per calcolare le proprie perdite finanziarie, secondo quanto appreso da Newsmanagers. Un’ordinanza emessa l’8 giugno, che non è ancora stata resa pubblica, obbliga H2O AM a trasmettere diverse decine di documenti riguardanti i suoi investimenti nelle obbligazioni del gruppo Tennor (di proprietà di Lars Windhorst) e alcune delle sue scelte di gestione, secondo diverse fonti vicine al caso.

La certificazione di questi documenti è stata affidata a una figura centrale della gestione patrimoniale francese: Eric Pinon. Il presidente uscente dell’Associazione francese di gestione finanziaria (AFG, Association Française de la Gestion) è stato nominato “consulente tecnico” con il compito di verificare l’adeguatezza, la completezza e la trasparenza dei documenti presentati da H2O AM in relazione all’ordinanza emessa dal giudice. Non si tratta di un ruolo di esperto giudiziario, in quanto non emette un parere. Dovrà presentare la propria relazione entro quattro mesi.

Interpellati dalla redazione, i due avvocati che rappresentano i vari ricorrenti hanno confermato tali informazioni. “È molto raro ottenere sia il consulente tecnico auspicato che tutti i documenti richiesti a un livello così dettagliato. Ciò suggerisce che il tribunale si è reso conto della gravità del caso e dell’urgenza per gli investitori”, ha commentato Guillaume-Denis Faure, di Simmons & Simmons, legale della società di gestione tedesca Sauren, che si è unita ai ricorrenti durante il procedimento. Da parte sua, H2O AM non ha voluto rilasciare commenti in proposito.

La decisione del tribunale fa seguito a una citazione a procedimento sommario notificata a H2O AM a fine settembre 2021 dal Collettivo Detentori di quote H2O, che riunisce gli investitori con partecipazioni in side pocket, fondi costituiti dalle obbligazioni illiquide del gruppo Tennor. Il collettivo, rappresentato dall’Avv. Dominique Stucki, desiderava “chiarire le responsabilità incorse nella gestione di diversi OICVM destinati al pubblico (H2O Allegro, H2O MultiStrategies e H2O MultiBonds, H2O Adagio, H2O Moderato, H2O MultiEquities, H2O Vivace) che hanno subito perdite considerevoli a seguito di investimenti effettuati tra il 2015 e il 2019 in attività notoriamente illiquide”.

H2O AM non ufficializza alcun piano di rimborso dei fondi

L’ultimo valore patrimoniale netto aggregato dei dieci fondi side pocket, alla fine di maggio, era pari a 1,06 miliardi di euro di asset in gestione, con una perdita di oltre il 35% rispetto alla valutazione iniziale di circa 1,6 miliardi. E i detentori di quote potrebbero scoprire rapidamente la loro posizione. La società Tennor deve rimborsare le sue obbligazioni in scadenza questo mese. Tennor, che è stata dichiarata fallita una prima volta da un tribunale olandese nel novembre 2021 prima che la decisione fosse annullata in appello, ha già ottenuto un periodo di grazia di sei mesi da H2O AM, secondo quanto riportato dal Financial Times in una comunicazione di gennaio ai titolari di quote.

Alla domanda di Newsmanagers, la società di gestione non ha voluto fornire un piano di rimborso. “H2O AM continua a lavorare con i propri consulenti legali e finanziari sull’esposizione dei fondi SP [“side pocket”, N.d.R.] ai titoli del gruppo Tennor con l’obiettivo della loro cessione alle migliori condizioni possibili. Rilasceremo un comunicato non appena avremo nuove informazioni in merito”, ha dichiarato un esponente di H2O AM.

Tuttavia, le rivendicazioni dei ricorrenti non si limitano al blocco dei loro investimenti. “Chiediamo il rimborso di tutte le somme perse in relazione agli investimenti in obbligazioni del gruppo Tennor, ma anche delle commissioni pagate dai fondi di H2O AM per cercare di ristrutturare tali debiti con rapidità, ad esempio le commissioni dei broker pagate nel corso del 2019 nell’ambito dei ‘buy and sell back’, nonché la perdita di opportunità di guadagno e i danni morali, e il danno economico specifico subito dagli investitori professionali e dagli intermediari (CGP, ecc.) a seguito dell’inganno perpetrato da H2O con il supporto dei suoi ‘garanti terzi’”, afferma l’Avv. Stucki, che in questo caso rappresenta anche società di gestione, consulenti di gestione patrimoniale e investitori istituzionali esterni al collettivo.

Dimostrare l’esistenza di un inganno nelle informazioni fornite ai clienti al momento dell’incidente sarà una questione fondamentale per i professionisti che cercheranno di ripristinare la propria credibilità nei confronti dei clienti finali. Ad esempio, la società tedesca di gestione patrimoniale Sauren, che vede tre dei suoi fondi coinvolti, dichiara attraverso il proprio avvocato di aver “preso la decisione documentata di uscire dai fondi H2O AM un anno prima che si verificasse la vicenda, ma di aver [poi] ricevuto informazioni fuorvianti [che] l’hanno convinta a rimanere”. In questo caso è in gioco, in una certa misura, la conservazione della fiducia del pubblico nel settore finanziario.

Fonte: Agefi

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